Luna Piena dei Fiori
La Luna dei Fiori arriva domani sera.
Illumina ciò che deve finire.
E ciò che non può più essere ignorato.
E' una svolta emotiva.
Tutto diventa più intenso, profondo, reale.
Ciò che era nascosto diventa visibile.
Scompare ciò che non funziona più.
Finalmente non si torna indietro. Non si può.
Fermati, respira, smettila di razionalizzare.
Lascia andare.
La luna della bellezza, della verità, del cambio pelle.
Del desiderio, della passione, dell'emozione.
Della coerenza.
Inizia di lunedì, il giorno dopo il weekend di duro lavoro.
Per accogliere una pancia rasata e stanca che si fida del suo amico veterinario.
Perché lui sa già che il suo amico, un giorno, lo addormenterà per sempre. E trema, con gli occhi sbarrati, spinge la testa verso la mia pancia, per farsi consolare, smette di fare le fusa, per non farsi compatire.
Lunedì di passeggiate in piazza Garibaldi, a cercare un parcheggio che non c'è.
O davanti al Barbaresco, a firmare proposte che non arrivano.
O ancora in via Cadolini, per comprare un garage famigliare, che però è troppo grande.
Mi immagino tutte le nuvole che scorrono come quando ero tra le tue braccia, al college.
Ci dovevo far caso, dentro al pub. L'unica senza birra.
E tu che guardavi il cielo con quegli occhi azzurro verde. Perché vedi, se non conosci la differenza tra nembi e cumuli c'è un problema.
Poi inizia a piovere, e ho freddo. Esce il sole e ho caldo.
Mi tolgo la camicetta bianca a pois, un po' bohemien, sul divanetto.
Bevo il caffè freddo in macchina. Da un portauova. Ssstt.. non dirlo a nessuno!
Che condivisione dolce tra me e me. Mi piace quel momento di solitudine, io e il mio caffè casalingo.
Mentre scendo tra le briciole, trovo te, che mi guardi per finta.
Ad oggi Costanza potrebbe avere trent'anni, ci pensi? 28, dici. 28.
28 anni da quella volta che ti ho trovato il fazzoletto bianco e l'ho buttato nel cesso della mia prima casa vera. Viva. Profonda. Vuota ma piena di tutto.
Ricolma di me.
Niente quadri alle pareti, ti distraggono dallo studio.
Niente ninnoli alle dita, sono per le donne deboli.
Niente gelato a mezzanotte, io sto già dormendo non posso controllarti, neanche il giorno del tuo compleanno.
Il mio compleanno è oggi, quando ho deciso che non hanno importanza tutti i nomi delle nuvole.
Possiamo inventarli.
Non c'è bisogno di essere coerenti, possiamo essere esplosivi. Come un'intera fabbrica di petardi.
Niente vecchi schemi, solo desideri. Buttiamo ciò che non serve più, abbracciando nuove consapevolezze.
Non ricordare. Devi ringraziare.
Non dare potere, osserva e definisci.
Non essere generosa, sii equa.
Lui mi guarda con gli occhi a mezzaluna: ci vuole una forza disumana ad avere una persona nel cuore e a non cercarla.