LIBERIAMOCI
Oggi si balla, ah no, si ballava. Oggi invece si lavora.
A mani unite in cerchio in piazza Maggiore a celebrare l'innominabile ai più, contro una giornata al chiuso, guardando il sole fuori, per far tornare il sole dentro.
Scendo e risalgo dalla scala a chiocciola, ho caldo, mi spoglio, ho freddo, mi rivesto, scrivo a penna due righe per non farmi vandalizzare (o multare), per oggi funziona.
Prima il maglione, poi la camicia, poi la maglietta.. più tolgo meno peso, con me quella bilancia barcolla e la ragazza dai profondi occhi azzurri, fresca di rogito, ride.
Mentre guido verso Milano il cielo ingrigisce, ma poi l'autostrada gira e torno ad ammirare le amate montagne.. guarda l'orizzonte ma non tentare mai di raggiungerlo, goditi il momento e il panorama.
Respira. Tu che puoi. E' così, che brutto, che morte orribile, quando ti manca il respiro e sai che morirai, così, senza respirare più. E il medico ti dice: non respiro, sto morendo, intubatemi! E il mio cuore si sfilaccia irrimediabilmente.
Quanto caos di pensieri, di movimenti emotivi che sbandano ovunque e non lasciano spazio a decisioni prese in un passato di inconsapevolezza.
E la donna che può essere mia figlia arriva, ti stringe la mano, seria, dura, senza sorriso, mostrando capacità che se hai, non c'è bisogno di mostrare.
Torno a casa senza idee, le ho dimenticate. Ma non lo dimentico quel mezzo sorriso beffeggiante, ti trattieni per fare il duro ma dentro il cuore è tenero. Gli occhi non mentono mai.
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