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Ogni tanto arrivano dei momenti in cui ci si fissa con lo sguardo su un punto e lo si guarda senza sosta. Fisso. Quel punto diventa come immobile e lo puoi scrutare con più teatralità se riesci a svutare la mente dalla stanchezza, dal freddo e fumando anche una sigaretta. L'inverno non se ne voleva andare, la neve continuava a gelarmi i piedi, la primavera lasciava sbocciare i fiori, rosa, e il cuore era immobile come quel punto. Gelato. Insormontabile e doloroso.
Qui, a pochi chilometri da Milano. Qui il bello si mescola al brutto. Il cattivo al buono. L'amabile all'incomprensibile. L'amore alla sopportazione. Il sesso alla devastazione. Il paradiso all'inferno.
E' un punto, soltanto un punto. Un punto di ritorno e di fermo. Un punto di partenza o d'arrivo. Un punto diverso, in cui fermare gli occhi, lasciarli scorrere del loro humus, farli sentire speciali per poi chiuderli. E ricominciare. Magari, a sognare.





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