Nebbia in val Padana e Valli di Comacchio in bicicletta

valli di comacchio
Diversi anni fa, un amico pugliese era venuto a trovarmi a Padova e una delle cose che lo aveva colpito di più della Pianura Padana erano le strade. Diceva che era tutto piatto, non c'era un su e giù come "da loro" e la cosa lo aveva talmente impressionato da impressionare anche me! Però era primavera e la nebbia mica c'era... lo immaginavo a cercare di capirci qualcosa nel destreggiarsi tra il buio totale, i fendinebbia e i fossi...

Lasciando perdere queste divagazioni, la nebbia in Val Padana è un grosso problema... ma è anche, se vogliamo, affascinante. Poche settimane fa, prima dell'ondata di neve, sono andata verso le Valli di Comacchio, conosciute per la loro particolare bellezza paesaggistica, e c'era un tal nebbione che non si vedeva un palmo. Però quella coltre era particolare, mi ha ricordato i vecchi film dell'orrore che mi facevano paura da bambina e ho pensato... perché no, alla fine è sempre un piccolo viaggio alla scoperta delle bellezze naturali delle Valli... ed ecco qui, per voi, le foto!



Il percorso (sempre in bici) è esattamente quello che vedete in questa istantanea di Google Map


Partenza dalla Romea (più precisamente zona Cippo Anita Garibaldi) e costeggio delle Valli di Comacchio, passando da Sant'Alberto fino alle Saline (punto B). Il percorso è sempre lo stesso, andata e ritorno (punto A-B, punto B-A), perché ormai sono metodica e mi attardo sempre fino a quasi il tramonto, e non volevo rischiare di essere travolta sulla Romea, poi... in totale sono circa 35 km a tratta, cioè sui 70 (tenendo conto delle divagazioni ciclistiche...). 

ecco la sterrata!

Se volete fare come ho fatto io, dalla Romea bisogna prendere via Argine Sinistro Reno, una strada  sterrata che arriva fino al traghetto di Sant'Alberto, proseguire poi una decina di km verso nord su strada asfaltata, fino alla valle Zavalea, dove si prende una strada sterrata che porta fino alle saline.


la piadina in Romagna non manca mai!

Nel percorso ho fotografato anche qualche monumento ai caduti partigiani e quello di Anita in fuga





via Passerino col passero... la foto era troppo allettante!




isola di Donnabona





Allora, che ne pensate? Per me ne è valsa la pena, nonostante il tempo! Però mi sono promessa di fare lo stesso percorso in una bella giornata di primavera (anche perché le Saline in inverno non sono visitabili), con il sole, zanzare permettendo...

2 commenti:

un garage pieno di libri ha detto...

uau che bel percorso! la nebbia lo rende affascinante e misterioso...

ivana ha detto...

Ciao,

hai reso benissimo la natura di questi spazi nella suggestiva atmosfera della nebbia silenziosa, fra cielo, terra e acqua.
I cippi e le lapidi sono fusione tra passato e presente, come se tutto rimanesse fermo, senza tempo!

Grazie...complimenti!

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