Ristorante Bla Koo - ROMA

Ristorante interessante se pensate che solo la cucina italiana sia quella universalmente valida. Esiste anche la cucina svedese che ha il sapore di patate e salmone affumicato, torta di mele e di yogurt. Questo ristorante a Roma resta un po isolato, anche se è in una zona ben nota e anche molto ricca, vicino a Villa Albani e Villa Borghese. Sono stata sempre la scorsa estate sempre in occasione del compleanno di un amico e abbiamo festeggiato con una cena al Bla Koo. Non ho pagato io per cui non vi so dire quanto abbiamo speso, però posso dire che a testa la cena non è venuta più di 17 euro, considerato quello che abbiamo preso. 

Siamo andati a cena tardi, intorno alle dieci e mezzo, ma nonostante tutto il locale era ancora affollato. Non abbiamo prenotato e abbiamo dovuto attendere una decina di minuti prima che ci venisse assegnato un tavolo. Larredamento, sui toni dellarancio e del legno chiaro, è rilassante e minimalista. Luce chiara con spot light diffuse un po ovunque. Il ristorante, che è anche un bar/caffè, è gestito da personale svedese. La cucina segue anche delle influenze indiane con verdure e pollo al curry e masala accompagnato da riso, ma di base il menù proposto è svedese, quindi abbondanza di zuppe di verdure, tonno, salmone con patate, patate ripiene. Abbiamo ordinato un antipasto humus con le verdure crude e miste, accompagnato da yogurt e la senape che non è quella che trovi normalmente al supermercato.
Tra le specialità, la tagliata di tonno con patate, il salmone alla svedese in salsa daneto e senape, la tagliata di manzo danese, il cocktail di gamberetti e formaggio.
Io ho preso come primo una patata BLa Koo ripiena che è la loro specialità. Me lhanno portata fumante in un cappottino di stagnola. Ricorda molto la jacked potato inglese, ma è più piccola, le patate restano un po più sul violastro-blu, sicuramente è una qualità che viene importata dalla Svezia. 
Vino bianco internazionale (che non ho bevuto), ma non ricordo letichetta. Servizio nella media, design della tavola e delle posate interessante, sui toni del bianco e del nero, tovagliette di bambu per completare. 
Dopo la patata, a prima vista non così impegnativa per lo stomaco, ma dopo averla finita, decisamente ingombrante, ad ogni modo squisita, non cera spazio per altro se non per un dolce. Ci siamo fatti suggerire dalla vista del tavolo accanto al nostro e abbiamo ordinato una fetta di torta al cioccolato. Che era un po come la Sachè, ma più leggera. 
Un posto dove vale la pena tornare e non solo per la curiosità di mangiare qualcosa di diverso.

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